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Giorno della memoria 2019


Il progetto Olocausto, coordinato dal prof. Gianattilio Valentinis, si realizza da molti anni presso il Liceo Le Filandiere in collaborazione con il corrispondente consolare di Bielsko-Biala in Polonia e prevede la preparazione degli studenti, la visita di istruzione a Cracovia e Auschwitz e la partecipazione alla realizzazione della mostra in occasione della Giornata della Memoria. All’edizione 2018/19 hanno partecipato le classi 5^G, 5^D e 4^C.

L’allestimento della mostra è stato curato e coordinato dai docenti Annalisa Avon, Massimo De Bortoli e Valter Follo.

In occasione della Giornata della Memoria 2019 il Liceo Le Filandiere, nell’ambito del progetto Olocausto, in collaborazione con il Comune di San Vito al Tagliamento, presenta l’esposizione multimediale:

La nuda vita. Immagini, parole, il cielo. Auschwitz.

Antico Ospedale dei Battuti – San Vito al Tagliamento (PN)

Inaugurazione: sabato 26 gennaio 2019 ore 11.15

Aperture: dal 26/1 al 10/2 2019 nei giorni di venerdì (08.00-12.00), sabato (08.00-12.00 15.00-18.00), domenica (9.00-12.00-15.00-18.00).

 

Video “I nomi e la cenere” realizzato da Leila De Munari, Alessia Devetta, Lorenzo Giacomel, Chiara Pillon, Nicholas Propedo.

Video “Il cielo di Auschwitz” a cura della classe 5^D.

Fotografie a cura degli studenti delle classi in visita di istruzione ad Auschwitz e Birkenau, ottobre 2018.

Testi a cura degli studenti della classe 5^G.

 

Diretta streaming per la celebrazione del Giorno della memoria:

http://bit.ly/giornoDELLAmemoria2019

 

Abstract:

«La nuda vita non è propriamente quella dell’animale (zoé), né quella propriamente umana (bíos), ma la vita dell’homo sacer, come «vita sacra», e dunque «vita esposta alla morte» scrive Giorgio Agamben in Homo Sacer(1995). La sacralità, che nell’antico diritto romano designava colui che aveva commesso un reato degno di una punizione superiore alla giustizia umana e perciò stesso segnato dal contatto col divino, sembra ancora promanare da quel che resta di Auschwitz e che i nostri occhi hanno visto: le scarpe di diversa foggia e misura, il pentolame sparso, le montature di occhiali, le valigie abbandonate. Testimoni di un’assenza che possiamo colmare solamente con un esercizio di memoria non contemplativa o semplicemente pietosa, ma fortemente vocativa, capace di articolarsi in parola poetica o immagine simbolica che rinvia sempre a una parte mancante, a quel che essa non può mostrare.

Manifesto