imagealt

Gli studenti del Liceo di fronte all'orrore di Dachau


Una delle tappe fondamentali del viaggio di istruzione a Monaco di Baviera è stata la visita al campo di concentramento di Dachau, aperto il 22 marzo 1933 e che servì da modello a tutti i lager nazisti eretti successivamente.

Originariamente venne destinato agli oppositori politici di Hitler, solo in seguito divenne un campo di concentramento indirizzato, oltre che agli oppositori politici, anche ad ebrei e a minoranze "sgradite", come testimoni di Geova, omosessuali, emigranti, zingari e prigionieri polacchi, russi. Nella sala adibita al museo abbiamo potuto osservare le classificazioni dei prigionieri mediante triangoli di diverso colore ed alcune immagini ci hanno illustrato la vita all’interno del lager. Alle 4 del mattino i detenuti venivano costretti a lasciare al più presto la loro stanza e obbligati ad una sistemazione meticolosa dei propri “letti”. Il lavoro impiegava circa 12 ore e la sera, sfiniti, dovevano procedere in file ordinate al ritmo di marcia, scandito dall'orchestra, per facilitare la conta alle SS. All'ingresso venivano perquisiti, e chi veniva trovato in possesso di qualsiasi oggetto era punito per "sabotaggio" e trasgressione al regolamento. Dopo l’appello e il pasto serale, alle ore 21 entrava in vigore il silenzio notturno.

I lager servivano, oltre che a sterminare e a degradare gli individui, a compiere l'orrendo esperimento di sopprimere l’individualità e l’esistenza della persona e di trasformare l'uomo in oggetto, o peggio, in un numero. E credo che questa sia stata una delle cose psicologicamente più demoralizzanti da vedere: i fogli con i nomi dei prigionieri, seguiti dal numero ad essi attribuito. Non è stato da meno il seguito del nostro percorso, nel quale si susseguivano diverse punizioni e torture, fino ad arrivare alle camere a gas ai forni crematori. La sensazione che si prova quando si entra in una di queste stanza è indescrivibile, pensare, o perlomeno provare a immaginare quante persone hanno perso la vita convinti di doversi fare, finalmente, una doccia è davvero assurdo. Personalmente credo che l’intera visita sia stata un alternarsi di rabbia e tristezza, di incapacità di pensare che la specie umana sia stata in grado di compiere simili azioni, che per la loro gravità non avranno mai una punizione adeguata. 

Daila Baido, 4° A

 

dachau